La numismatica ormai è entrata a pieno diritto nella branca dello studio scientifico, perché tante sono le tecniche, spesso anche all’avanguardia, che permettono di valutare in modo efficace il valore delle monete antiche. E quando intendiamo antiche, facciamo riferimento anche a monete ormai in disuso da oltre un secolo, il cui materiale non sempre è di grande prestigio, ma che nonostante tutto risultano di vitale importanza nell’area numismatica.
Ci sono numerosi esempi che potremmo citarvi, ma in questo articolo analizzeremo in particolar modo, la moneta da 20 centesimi di Lira, resa famosa perché usata durante il corso del Novecento e in pieno Regno d’Italia. E ci attenzioneremo in particolar modo alla moneta coniata nel 1919, una moneta speciale e vi spieghiamo perché.
La moneta da 20 centesimi del Regno d’Italia
Le monete da 20 centesimi, ormai siamo abituati a maneggiarli tutti i giorni. Ma quelle che oggi conosciamo appartengono all’Euro. Invece, tra quelle di collezione, ce ne sono alcune davvero molto pregiate che risalgono all’epoca del Regno d’Italia; monete queste che hanno sicuramente avuto un impatto sociale fondamentale, dato il periodo post-unitario.
I 20 centesimi in particolar modo sono monete emesse per la prima volta nel 1861, anno in cui fu proclamato il Regno d’Italia, e si smise di produrle subito prima della Repubblica. Ebbero un ruolo fondamentale, molto simile a quello che oggi riveste l’Euro: doveva spingere tutte le Regioni italiane a sentirsi parte di un tutt’uno, e di un’unica patria che seguiva lo stesso sistema monetario.
Quanto possono valere?
Ad interessarci in particolar modo sono le monete da 20 centesimi del 1919. La loro importanza è legata specialmente al contesto storico in cui sono inserite: siamo in pieno periodo del dopoguerra, quando l’Italia e tutti i Paese che sono stati coinvolti durante la prima Guerra Mondiale, si leccavano le ferite e si preparavano, noncuranti del danno futuro, a quello che sarebbe stato il primo crac economico della storia. Insomma, un periodo di transizione economico-politica che ebbe ripercussioni anche nella emissione delle monete. Quella da 20 centesimi non fa eccezione:
- il design ci racconta la volontà di volere rinascere: sul dritto troviamo rappresentata una testa femminile che indica la Libertà; sul rovescio invece lo stemma sabaudo sormontato da una corona per indicare continuità
- il materiale, che è il bronzo, serve invece a dare senso della forte precarietà economica del periodo che l’Italia si trova a vivere
La ricerca da parte dei collezionisti è collegata al simbolismo di questa moneta, che ricalca un momento cruciale della storia italiana e ha quindi un forte valore storico; a questo si ricollega ovviamente il valore collezionistico, dovuto non tanto al materiale, come dicevano, ma alla rarità di queste monete: infatti, proprio nel 1919, per far fronte alla crisi economica molte monete di piccolo valore nominale furono coniate in numero minore, sebbene fossero quelle più usate comunemente.
Il suo valore collezionistico ad oggi si aggira se in buone condizione tra i 100 e i 180 euro; ma questa può essere considerata una base di partenza se la moneta viene presentata in battuta d’asta: infatti, il prezzo può salire oltre i 10 mila euro come riportato nel titolo, se l’interesse dei collezionisti aumenta in merito a qualche dettaglio che rende la moneta in questione unica e sola.